Cervello e pene d’amore

Due scienziate americane, l’antropologa e psicologa Helen Fisher e la neuroscienziata Lucy Brown, hanno scoperto cosa succede al cervello quando si soffre per amore. Eseguendo una risonanza magnetica funzionale su un gruppo di 15 volontarie di circa 20 anni, tutte reduci dalla fine di relazioni durate più di 20 mesi, le ricercatrici hanno notato una maggiore attività nella area tegmentale ventrale (VTA). In essa risiedono le emozioni legate all’innamoramento e al piacere sessuale, ma anche quelle responsabili della soddisfazione che si prova quando si placa la fame, la sete o si assumono droghe. VTA ospita anche una funzione di “ricompensa” che rilascia dopamina e produce così sensazioni di benessere.
L’ipotesi di Fisher è che all’origine dell’ “amore romantico” ci sia un senso di “profonda dipendenza” evidenziato dall’attività di queste regioni del cervello. L’amore innesca un meccanismo simile a quello di una droga e ciò potrebbe spiegare perché esso sia così difficile da controllare e perché si crei un senso di impotenza così intenso quando le relazioni finiscono.
Il dispiacere amoroso non coinvolge solo il cervello e lo spirito, ma anche il corpo. Questo si manifesta attraverso dolore fisico, con una gamma di sensazioni quali l’avere una ferita al centro del cuore o del torace, mal di stomaco, insonnia, ansia e perdita di appetito.

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