Che cosa significa sperare?

“Speranza”è una delle parole più frequentemente menzionate nelle conversazioni di tutti i giorni: le persone sperano nel raggiungimento di un bene o nell’evitamento di un male, quasi come tendenza naturale.

L’etimologia stessa della parola, ci rimanda a un tendere verso; tendere verso un miglioramento, a partire da una condizione di malessere, frustrazione, insoddisfazione, anche paura e angoscia.

Negli ultimi mesi, la letteratura scientifica sta mostrando gli effetti legati al confinamento per il Covid-19 e si emerge che in molti siano stati colpiti nelle dimensioni vitali per l’essere umano, quale quella fisica, psicologica, sociale. Tra i disturbi maggiormente rilevati sono l’aumento dell’ansia e dello stress, problemi del sonno, depressione, paura del contagio e disturbi associati all’isolamento e al distanziamento.

 

Che cosa significa da un punto di vista psicologico sperare?

Vivere con speranza è un fattore significativo che aiuta le persone ad adattarsi a una malattia, a ridurre lo stress e a migliorare il benessere psicologico e la qualità della vita. La mancanza di speranza, definita come percezione di una situazione insormontabile dove nessun obiettivo sembra raggiungibile, è associata invece a depressione e al desiderio di affrettare la propria morte.

In uno studio condotto da Johnson su un gruppo di persone malate di tumore sono stati delineati alcuni attributi della speranza:.

  • Aspettative positive: una previsione positiva con speranza di un domani migliore, nonostante la malattia.
  • Qualità personali: una forza interiore, un approccio alla vita volto a risolvere i problemi e il raggiungimento di importanti obiettivi.
  • Spiritualità: fede verso un Essere superiore; speranza di una vita dopo la morte dove rincontrare i propri cari trovando uno scopo per vivere quello che resta della vita.
  • Obiettivi: fissare e raggiungere obiettivi di breve termine.
  • Confort: essere liberi dal dolore.
  • Assistenza: il comportamento degli altri per i contatti fisici, attenzione all’umore e  avere un’onesta informazione.
  • Relazioni interpersonali: relazioni ricche di affetto con amici e famigliari, relazioni oneste verso coloro che danno assistenza.

Un altro studio ha evidenziato i fattori che invece ledono la speranza nelle persone malate:

  • Abbandono e isolamento: sia da parte della rete famigliare e sociale, che da parte degli operatori (percezione di una scarsa comunicazione con gli operatori).
  • Dolore: e disagio incontrollabili.
  • Svalutazione: della personalità.

 

La speranza può aiutare ad avviare azioni che migliorino il nostro stato d’animo e il modo di porsi nella Vita?

Esiste uno strumento che aiuta a comprendere come la persona sta vivendo la speranza in un percorso legato alla malattia, composto da alcune domande che rimandano nella maggior parte dei casi agli attributi sopra descritti. Ad esempio:

  • Ho una profonda forza interiore?
  • Posso ricordare tempi felici e gioiosi?
  • Mi sento di dare e ricevere cura/amore?

Queste domande evidenziano l’importanza della qualità della relazione con se stessi e gli altri significativi per poter nutrire in modo positivo la speranza.

Ce ne sono di altre che aiutano a porre attenzione alla propria vita come ad esempio: “cosa significa stare meglio?”, “lo desidero veramente?” o “come la vivo?” ma spesso, tendiamo a delegare al di fuori la risposta per paura delle aspettative o per paura di sbagliare.

 

La consapevolezza di se stessi come conseguenza al Covid-19

L’esperienza legata al lockdown e al Covid-19 ha fatto emergere l’importanza della consapevolezza di se stessi e delle relazioni con gli altri, alla quale non siamo quasi mai educati.

Spesso, spinti da ritmi frenetici, siamo portati fuori da noi, alla ricerca di qualcuno o qualcosa che speriamo apporti un miglioramento nella nostra vita, allontanandoci dalla possibilità che abbiamo in ogni momento di partire da noi stessi per comprendere cosa ci fa stare bene, che cosa condiziona il nostro sentire e il nostro agire e che cosa possiamo fare per agire un cambiamento. Questo tipo di consapevolezza si costruisce gradualmente ogni giorno a partire dalle cose quotidiane della vita, ad esempio ogni volta che siamo presenti a ciò che facciamo, ogni volta che nutriamo un pensiero bello su di noi o sentiamo affetto per noi stessi e per qualcuno al quale vogliamo bene, quando portiamo attenzione alla motivazione di un nostro agire o ci prendiamo cura di una sofferenza che stiamo provando. In sostanza ogni volta che non deleghiamo ciò che siamo, rivolgendo lo sguardo dentro noi stessi per comprendere che il cambiamento non è qualcosa che altri possono darci ma è qualcosa che appartiene alle nostre capacità.

Un possibile parallelismo con questi significati è costituito dalla prevenzione e dagli stili di vita salutari, rispetto ai quali sono disponibili molte ricerche che ne evidenziano il ruolo centrale per la salute. La prevenzione in una delle sue accezioni è prima di tutto conoscenza di sé, in relazione ai pensieri, alle emozioni, alle relazioni e a come le viviamo. Ad esempio mangiare sano o fare attività fisica sono alcune delle principali indicazioni degli stili di vita salutari, ma se deleghiamo il nostro benessere a queste indicazioni, comprovate scientificamente, non considereremo una parte importante della salute: come ci sentiamo? Quali emozioni mettiamo nel piatto che mangiamo? Che cosa impedisce di prenderci l’impegno di fare attività fisica?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute come stato di completo benessere fisico, sociale e mentale e non soltanto l’assenza di malattia e infermità. In questa ottica la salute non è una condizione astratta, ma un mezzo finalizzato ad un obiettivo, quello di costruire il proprio benessere. Negli ultimi anni, diversi documenti di integrazione sottolineano anche l’importanza della spiritualità per la tutela e la promozione della salute, in quanto essa può aiutare a sostenere le cure, a gestire le difficoltà della vita e a migliorare la condizione di benessere che a sua volta aumenta il piacere di vivere.

I mesi precedenti hanno fatto emergere l’importanza di pensare alla salute ogni giorno, a partire dalla consapevolezza di che cosa ci aiuta a stare bene non solo dal punto di vista fisico, ma anche delle emozioni, delle relazioni, delle domande che possiamo farci nello stare nella Vita e nel comprendere quali significati può avere per noi.

Portare attenzione a questi aspetti aiuta a discriminare che cosa ci condiziona e che cosa invece può essere fatto a partire da noi in modo attivo e responsabile, non giudicando quello che percepiamo di non riuscire a fare, ma dando valore all’azione che compiamo, anche una sola. Infine ‘farci accompagnare’ da queste riflessioni e agire in modo coerente ad esse, sostiene nel discriminare le informazioni veramente attendibili rispetto alla propria salute, limitando le paure che condizionano spesso la messa in atto di comportamenti che non tutelano realmente se stessi, ma sono adottati proprio perché inscindibilmente legati a stati d’animo che amplificano il bisogno di controllo.

 

Tratto da: https://www.stateofmind.it/2020/11/speranza-consapevolezza-cambiamento/