In viaggio col cervello

Viaggiare fa bene al cervello, lo dice la scienza. Il momento del viaggio è unico, in quanto offre l’opportunità di vedere nuovi posti, assaggiare cibi diversi e imparare altre lingue, tutte attività che creano nuove connessioni nel cervello e lo stimolano biologicamente. A tal proposito, Michael Valenzuela, un ricercatore dell’Università di Sydney. esaminando il cervello di 329 persone, ha scoperto che coloro che viaggiano molto presentano densità neuronali più elevate in alcune regioni cerebrali. Durante il viaggio infatti, il cervello viene costantemente stimolato da immagini, aromi, gusti ed emozioni nuove e diverse che lo attivano e ne migliorano l’efficienza e la plasticità, contribuendo al benessere della persona.
Non è solo la funzione cerebrale a godere di questi benefici, ma anche la memoria, come dimostrato da Gary Small dell’Università di Los Angeles. In uno dei suoi studi si è scoperto che la memoria è influenzata positivamente dall’esperienza del “viaggio”, in quanto esso migliora le prestazioni nella corteccia dorsolaterale del cervello, responsabile dei processi di formazione della memoria a lungo termine.
Uscire dalla routine quotidiana fa quindi bene, permette di staccare la spina, godere di un po’ di spensieratezza e liberarsi da schemi mentali pianificati al millimetro che spesso non fanno altro che abbassare i livelli di felicità e aumentare lo stress quotidiano.

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